5. Project Zero – Per stare insieme?!

Iwata:

Qualche tempo fa Nintendo ha lanciato una serie di spot televisivi incentrati sulla capacità della console Wii di riunire le persone per giocare insieme9. La nostra conversazione sulla modalità Casa degli orrori mi ha fatto pensare che forse anche Project Zero può avere una funzione simile. 9 La serie di spot televisivi è stata trasmessa in Giappone nel periodo a cavallo tra il 2010 e il 2011. Lo slogan principale può essere tradotto così: “Wii – Per stare insieme”.

Kikuchi:

Ah, ha ragione! (ride) Tutti possono divertirsi a giocare insieme a Project Zero 2: Wii Edition.

Iwata:

Beh, è un’immagine molto diversa da quella che Project Zero ha avuto finora. (ride)

Shibata:

Nella modalità Casa degli orrori ci si può divertire a “intromettersi” nella partita di un altro giocatore. Il Giocatore 2 può usare il telecomando Wii per fare rumori, attivare la vibrazione del telecomando Wii del Giocatore 1 o far apparire i fantasmi.

Iwata:

Quindi il “guardiano” della Casa degli orrori può essere anche una persona diversa dal giocatore. È una cosa molto divertente!

Kikuchi:

Sì, gli spettatori possono scegliere di non limitarsi a osservare il gioco, ma di divenirne parte attiva. Penso proprio che siamo riusciti a creare un nuovo tipo di gioco horror, in cui ci si può divertire a interagire con gli altri.

Iwata:

Nei giochi horror sviluppati finora c’è sempre stato un senso di soddisfazione che nasce quando il pubblico reagisce con sorpresa agli elementi che i creatori hanno sapientemente inserito nel gioco. In questo titolo, però, la modalità Casa degli orrori e l’interazione con il telecomando Wii del Giocatore 2 permettono ai giocatori di aggiungere moltissime cose ai contenuti pensati dagli autori. Questo dà una dimensione di divertimento completamente nuova e molto piacevole.

Shibata:

Di norma, quando si realizza un prodotto basato su una versione già esistente, il sistema di gioco e la trama diventano molto più elaborati. Ma lo sviluppo di un nuovo gioco in collaborazione con Nintendo ci ha permesso di fare tabula rasa delle nostre idee preconcette e di scoprire nuovi modi per sperimentare con il genere horror.

Iwata:

Quindi prima pensavate che esistesse un unico modo per fare determinate cose, ma poi siete riusciti a scoprirne altri che vi hanno permesso di aumentare il livello di godibilità del gioco.

Shibata:

Sì, è esattamente così.

Kikuchi:

Con la modalità Casa degli orrori, però, abbiamo dovuto ricominciare da capo circa cinque volte prima di trovare la strada giusta. Non è nata così, per caso, già completamente formata. Abbiamo trascorso molto tempo a lavorare con Nintendo, giorno dopo giorno, prima di arrivare finalmente al prodotto finito.

Iwata:

Una cosa che mi è venuta in mente nel corso di questa intervista è che ormai lavorate ai titoli di Project Zero da dieci anni, e che in tutto questo tempo avete dovuto impegnarvi al massimo per far sì che i vostri metodi di sviluppo non divenissero sempre più “sterili” man mano che la serie andava avanti. Ma credo che questo gioco rappresenti per voi una svolta decisiva: avete riportato alla luce un titolo già uscito dandogli una nuova interfaccia e aggiungendo molte idee innovative. E sento che le sensazioni che il prodotto trasmette ai giocatori potranno essere prese come spunto per i progetti futuri.

Kikuchi:

Credo che alla base della riduzione del numero di giochi horror negli ultimi anni ci siano vari fattori. E penso che, come ha detto lei, sia importante contrastare questo declino affrontando di volta in volta sfide sempre nuove. Ovviamente è fondamentale dare il giusto valore ai fan consolidati della serie, ma al contempo è necessario impegnarsi per coinvolgere un numero di giocatori sempre più ampio.

Iwata:

Sono convinto che questo titolo dia ai giocatori l’opportunità di addentrarsi con entusiasmo nel mondo di Project Zero attraverso la modalità Casa degli orrori, e che poi li spinga a voler provare la modalità Storia. Con un po’ di fortuna, il pubblico si ritroverà a essere completamente assorbito dal gioco senza nemmeno rendersene conto.

Shibata:

Sono d’accordo. Spero proprio che la modalità Casa degli orrori sia una “porta d’ingresso” abbastanza convincente per i giocatori.

Iwata:

Per concludere, vorrei chiedere a ognuno di voi di dire qualcosa ai lettori, sia ai fan della serie che alle persone che non l’hanno mai provata. Iniziamo da lei, Shibata-san.

Shibata:

Project Zero 2: Wii Edition ha così tanti elementi nuovi che credo possa essere definito un titolo rivoluzionario. Abbiamo riesaminato ogni parte del gioco, in modo da garantire emozioni ancora più intense a chi già conosce la versione originale. Sono convinto che abbiamo creato un titolo che riunisce gli elementi migliori e più innovativi di Project Zero. Per coloro che non hanno mai provato un gioco della serie abbiamo inserito moltissimi elementi interamente nuovi, che permettono di immergersi subito nell’azione. C’è un’ampia varietà di scene da gustarsi, che ci si trovi da soli o in compagnia. Vi consiglio caldamente di fare un tentativo: il divertimento è garantito!

Iwata Asks
Iwata:

Spero proprio che i giocatori apprezzino questa sottile linea di confine tra paura e divertimento. Tocca a lei, Kikuchi-san.

Kikuchi:

Per prima cosa vorrei rivolgermi ai fan della serie. Anche adesso, nove anni dopo l’uscita di Crimson Butterfly, quel gioco continua a essere commentato su Internet, perché la gente lo ha amato molto e ne ha un ottimo ricordo. Questo mi rende molto felice.

Iwata:

Sì, è davvero una cosa fantastica.

Kikuchi:

Lo credo anch’io. Col senno di poi, però, vedo molti risultati che, all’epoca, non siamo riusciti a raggiungere. Ecco perché abbiamo rifatto il gioco, grazie all’aiuto degli ultimi progressi tecnologici e di design, alle competenze acquisite nell’ultimo decennio e alla collaborazione di Nintendo. Sono sicuro che le persone che hanno già provato la versione originale apprezzeranno anche questa, e ne avranno un’impressione del tutto nuova. Voglio che questo titolo abbia un grande successo quest’estate!

Iwata Asks
Iwata:

E cosa dice, invece, a chi ancora non conosce i titoli della serie Project Zero?

Kikuchi:

Se conoscete un fan della serie, o se un vostro amico intende comprare questo titolo, vi raccomando di provare la modalità Casa degli orrori. Se vi piace, passate alla modalità Storia. Se amate i film o i giochi d’azione, sono sicuro che la trama avrà su di voi un impatto molto forte. Ci siamo impegnati al massimo per includere un sistema di tutorial che agevoli l’ingresso nel mondo di gioco per chi è alle prime armi. Sono sicuro che questo titolo possa dare grandi soddisfazioni a tutti.

Iwata:

Questo gioco rappresenta il culmine del lavoro alla base della serie Project Zero. È una sorta di compendio di tutti gli elementi che sono stati perfezionati negli anni, grazie a un livello di attenzione al dettaglio che rasenta l’ossessione. Mi auguro di cuore che venga apprezzato dal maggior numero di giocatori possibile. Grazie per essere stati qui oggi.

Iwata Asks
Kikuchi/Shibata:

Grazie a lei.